domenica 31 luglio 2011

Easy coperchio per easy pentola

Il mio amico gaio ha da poco chiuso una storia.
Seria.
Una di quelle fatte di amore e convivenza.
Anche lacerante a dirla tutta.
Sono mesi che non fa sesso.
Si è preso una pausa.
Voleva essere libero, da tutto.
Anche dal sesso, che a volte può essere impegnativo.
Anzi dovrebbe sempre esser tale.

Ultimamente però l'ormone è riesploso.
E mi sembra anche giusto.
Questa estate fresca ti fa venire voglia di corpi vicini.
Così, il mio amico gaio, si è buttato su GayRomeo.
Un sito di incontri.
Organizzatissimo.
Scegli la categoria che ti piace, l'età, la regione.
Le corsie dei supermercati sono molto più confusionarie.

Ha chiacchierato con un tipo interessante e guardato il suo profilo.
Il tizio ha foto che ritraggono solo il corpo.
Del volto non c'è traccia.
Gli domanda la ragione e la risposta è la seguente:
'' L'assenza del mio viso ( esposto: perché ovviamente ne posseggo uno e anche foto del medesimo) è dipesa dal fatto che ho una compagna, che per quanto easy, non gradirebbe sapere che in giro mi scopo dei maschietti.''

Il mio amico riporta a me l'accaduto commentando così '' La gente è fuori controllo''.
In realtà a me pare l'opposto.
Un controllo di altri tempi.
Oggi l'ostentazione dei gusti sessuali è un must.
Perché nascondersi ancora?
C'è un settore in cui l'omosessualità continua a non essere vista di buon occhio?
Sei per caso anche un prete?
A questo punto il sacco andrebbe vuotato interamente.

Magari il settore in questione è quello delle relazioni.
Eterosessuali, ma non per forza.
Oneste, si spera.

Penso alla povera easy compagna.
Così easy da aggiudicarsi l'aggettivo ma non tanto da conservarlo sino alla fine.
Dovrebbe compiere una scelta: o sopportare tutto, anche le sodomie di questo cavaliere errante e diventare una easy a tutto tondo.
Oppure trasformarsi in una compagna hard, senza un valore sessuale che qui andrebbe sprecato, e concedergli solo la sigaretta sul balcone, estate-inverno-intemperie incluse.

Anche se io opterei per un'altra soluzione.
Molto più violenta.

mercoledì 27 luglio 2011

Terrore sul web

Le ricerche sul web sono indubbiamente utili.
Quotidianamente necessarie.


Soprattutto per alimentare le tue paure appena queste tentino d'affievolirsi.
E succede che una storia di cronaca, una tra mille, ti metta un'angoscia enorme addosso.
E non scoppi in lacrime solo perché la sindrome premestruale è lontana.

Un anziano vive DA SOLO.
Si sente male e va in ospedale DA SOLO.
Lì muore DA SOLO.
L'ospedale cerca di rintracciare i parenti ma non trova nessuno.
Così rimane in obitorio per giorni DA SOLO.
Fino a quando non celebrano i funerali a cui, naturalmente, nessuno va.

I nipoti dopo un mesetto che non lo sentivano si ricordano della sua esistenza.
Lo chiamano, inutilmente.
Suonano alla sua porta, inutilmente.
Fanno sfondare dai vigili del fuoco la porta della sua casa vuota.
Iniziano le indagini e da lì a poco si svela il mistero.
La sparizione diventa una morte in solitario.

Questa morte senza lacrime mi fa male.
Mi fa odiare i suoi nipoti.
E mi terrorizza.
Per me.

E Papà, anche se non leggi qui, lo so che quando scherziamo, nella maniera stupida che piace a noi, io ti dico sempre che non te lo cambierò il catetere ma non è vero:
te lo cambio!
te lo cambio!

E smettila di grattarti!

martedì 26 luglio 2011

Lecite curiosità

Da qualche giorno la Norvegia è una terra colpita.
La follia di un uomo l'ha devastata.
Ha minato la tranquillità del luogo e la serenità del popolo.
Le vittime sono molte.
L'insensatezza dell'avvenimento non mi dà pace.
Immagino i volti spauriti di chi inizia a scappare inseguito da una pistola.
Immagino il momento in cui realizzi che devi scappare via.
Immagino le gambe che fuggono senza sapere la ragione della corsa.

Ma non riuscirei mai ad immaginare cosa abbia spinto Vittorio Feltri a scrivere un editoriale simile :

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=12GIET
Feltri è, facendo una sintesi, basito dal fatto che i giovani che si trovavano sull'isola di Utoya non abbiano organizzato alla svelta una difesa contro il folle omicida.
Li definisce giovani incapaci di reagire.
E di conseguenza attribuisce a questa loro incapacità la morte.
Vittorio RAMBO Feltri immagina anche possibili strategie di attacco all'autore del gesto.

Lo si attacca in 50, visto che sull'isola di persone ce ne erano 500, una decina di loro moriranno ma ben 30 o 40 potranno salvarsi e fare a pezzi Breivik con le loro mani al grido di: '' Uno per tutti, tutti per uno''.

Ecco.
Non so se Feltri abbia visto troppi film americani.
So solo che avrei molte domande.

Ad esempio: Come scegliamo i 50 salvatori tra i 500 presenti? Come si svolgono le selezioni? Quali sono i requisiti da possedere? Sono escluse donne e bambini? Quali sono i tempi di presentazione delle adesioni? Posso partecipare a più contrattacchi in diverse parti del mondo o vi sono cause di incompatibilità? Posso scegliere di candidarmi per un ruolo particolare o le candidature sono generiche? In quest'ultimo caso chi sceglie l'assegnazione dei posti? Che requisiti o titoli possiede questa persona? Anzianità di strage? Verrà rilasciato un attestato al termine dell'azione che certifichi la mia partecipazione? Che valore avrà nel mio CV? A cosa avrò diritto nel caso in cui venga ferita? E se morissi cosa spetterebbe alla mia famiglia?

Mi fermo ma avrei molto altro da domandare, sicura che la mia curiosità incontri quella di molti colleghi.
Se si potesse scegliere preferirei essere tra i 30 o i 40 che si salvano perché tra 4 giorni è il mio compleanno e sarei felice di festeggiare visto che oramai ho già organizzato.

Perché un individuo sceglie di scrivere una cosa del genere?
Ci crede veramente o vuole solo essere una voce fuori dal coro?
Ridicolmente fuori dal coro?
Perché la sveglia di Feltri questa mattina non si è dimenticata di suonare?

martedì 19 luglio 2011

Spesso sono le mode a dar vita agli individui

Ed io che pensavo che questa fosse l'era dei tatuaggi.
In realtà è l'era dei disturbi alimentari.
E aggiungo un 'per fortuna'.
I tatuaggi sono così rozzi.
Consapevolmente pacchiani.
Troppo proletari.
Un vestito che non puoi cambiare.
Un abito da indossare in ogni occasione.
Tutti i giorni.
Preferirei avere addosso la stessa biancherai per un anno intero.
Toglierla solo quando è oramai incatramata.
Dei disordini alimentari non dico.
Molto più chic però.

sabato 16 luglio 2011

''Riassunto della nuova legge: la tua vita comincerà a interessare alloStato solo quando cesserà di interessare a te.'''

Vorrei svegliarmi lontano da qui.
In un paese che non approvi una legge sul fine vita come quella a cui la Camera ha detto sì.
In un paese che non mi obblighi alla idratazione e alla nutrizione artificiale con la scusa di alleviare le mie sofferenze.
In un paese che non voglia prolungarmi le stesse.
In un paese che se mi permette di firmare una Dichiarazione anticipata di trattamento imponga al medico di attenersi ad essa, altrimenti si elimini questa pagliacciata.
In un paese che recuperi la dignità in molti campi e si faccia guidare da questa.
In un paese che non ascolti l'opinione del cardinale Bagnasco.
In un paese che se pure ascoltasse l'opinione del cardinale Bagnasco non si faccia influenzare dalla stessa in misura maggiore da quella espressa dal mio pizzicagnolo di fiducia.
In un paese che non consideri Beppino Englaro come un omicida. Sua figlia è morta in un incidente stradale, lui da quel giorno non l'ha avuta più.
In un paese che mi permetta di scegliere per me stessa.
In un paese che non mi imponga un giusto modo di morire.
Ma è ancora presto, torno a dormire.

venerdì 15 luglio 2011

Non lo farei comunque.

venere milo
''Ho sempre desiderato fare l'amore con la Venere di Milo...''

''Non posso fermarti, non ho le braccia.''

Riposo notturno

Cambiare abitudini non è così difficile.
La vera difficoltà è convincere gli altri del cambiamento avvenuto.
Dopo un anno, o forse di più, di vita notturna sono tornata a ritmi regolari.
Non vado più a letto alle 4e30 per alzarmi ad ora di pranzo ma la mia sveglia suona puntuale alle 7e30 così alle 23 sono già da buttare.
Gli amici non lo accettano.
Evidentemente no.
Chiamano ai vecchi orari.
L'una di notte. Chiama un'amica per raccontarmi una cosa.
Io rispondo così: '' hghsyrisjaljfs0aoòòjajieopwmclaòakfggkaopallòucaljaoaoaoa''
Sembra non accorgersene e prosegue.
Già immagino quanto se la prenderà quando interrogandomi sull'aneddoto io farò scena muta.
Non ricordo assolutamente nulla.
Solo il suo tono di voce concitato.
L'una e un quarto chiama mia madre.
E' uscita con mio padre perché 'sai' è estate.
Rispondo ''ghhhahahsafhaieaooqsajfwo''
E mamma ''e perchè hai sta voce?'' Io ''dormivo''
E mamma ''ma non ti senti bene? '' Io ''No mà sto benissimo. Ho sonno. Solo sonno.''
E chiudo.
Ore due e un quarto. Sms di vecchio coinquilino ''I pacchi sono 5 o 6. Mandami il tuo nuovo indirizzo che te li spedisco. rispondi subito. ciao''
Rispondi SUBITO alle 2 e un quarto del mattino??
Crepa.

Stanotte spengo il cellulare.
Non è mica sempre così facile fare una cosa così semplice.

martedì 12 luglio 2011

Domani torniamo?

''Su, andiamo a lavarci e scendiamo a giocare con i gattini!''
In bagno calci, pugni, schizzate d'acqua e spintonate.
La figura adulta in affitto si prodiga in vane esortazioni affinché cessino.
Hanno tredici anni in due, un po' di serietà!
Nulla da fare: scatta la punizione.
''Si rimane a casa, niente gattini!''
Disperazione sui volti.
Urla di disappunto.
'No' con un numero incredibile di vocali.
Il piccolo, un lustro appena compiuto, mi guarda furibondo.
La faccia bordeaux.
Gli occhi serrati in uno sguardo intimidatorio.
Il collo solcato dalle vene rigonfie.
Mi urla: '' Questa è casa mia, e qui tu non decidi nulla. Non puoi dire cosa dobbiamo fare e cosa no. Non puoi decidere qui. Questa è casa mia, è casa mia, capito?
Qui comando io, mia madre, mio padre e la mia famiglia!''
Nell'ultima frase ha preferito essere pleonastico piuttosto che riconoscere potere decisionale, anche limitato, alla sorella maggiore.
Per me ha tutte le ragioni del mondo.
Una sconosciuta che detta legge in casa mia, che mi dice cosa devo fare senza essere mia madre.
E' tremendo.
La sua è una reazione giusta e bisogna apprezzare chi è capace di ribellarsi.
E anche ricordarsi di ribellarsi più spesso.
Ma è comunque uno stronzetto di cinque anni che deve capire chi comanda quando i suoi non sono in casa.
Sono pagata per questo.
E a volte è anche piacevole.
Quindi zitto e obbedisci.
Fai quello che dico io perché io sono adulta e ho ragione.
Occhei sto esagerando.
Ma ci vuole il pugno di ferro.
Così si asciuga i lacrimoni e va a sedersi sul divano.
Trascorrono due ore nelle quali i fratelli si comportano benissimo, come i bimbi delle pubblicità.
Hanno imparato la lezione, mi piace pensarla così.
Fessa e contenta.
Allora li premio.
Andiamo in giardino dai gattini.
Li accarezziamo, li rincorriamo, li coccoliamo ma soprattutto insegnamo al bimbo a non averne paura.
Perché nonostante avesse insistito come un dannato per giocarci, trovandosi lì di fronte si faceva sotto.
Lui prende fiducia e inzia a rilassarsi, ne prende persino uno in braccio.
Ma il gatto tra le sue braccia decide di fare la pipì così il bimbo decide di gettare il gatto per aria.
Decisioni importanti da parte di entrambi.
Sviluppi disastrosi.
Anzi dolorosi.
L'unico appiglio per il gatto che nuota nell'aria è il mio braccio al quale si avvinghia con tutta la forza che ha.
E lo scava per bene, senza lasciare nulla al caso.
Graffindomi quasi a morte.
Per un'emofobica come me l'episodio è stato l'anticamera dell'inferno.
La sorella maggiore rideva a crepapelle, il maschietto piangeva per una goccia di pipì finita sulla sua maglia.
Io trattenevo tra i denti le bestemmie di tutti i santi del mese di luglio scaraventando per aria il gattino.

Domani 19 ore di cartoni animati.

domenica 10 luglio 2011

Percorso ter-male

Ci sono immagini romantiche nella mia testa.
A volte.
Una di queste è leggere un libro tra le braccia dell'uomo che amo.
E che mi ama.
A volte sono io che lo abbraccio con il libro tra le mani.
E la sua testa sul mio petto.
Altre sprofondo completamete nella sua stretta.
Le parole prendono vita con voci diverse.
A turno leggiamo con la giusta intonazione.
Lasciando una traccia di noi nei versi che pronunciamo.
Le stagioni fanno da sfondo in questa mia fantasia.
Il caldo di un maglione e di un plaid che ci avvolge d'inverno.
L'ombra di un dondolo sotto un pergolato di glicini in estate.

Ieri ho portato il mio libro con me.
L'ho lasciato al riparo nella mia borsa.
Mentre nuotavo nell'acqua sulfurea tra puzza e caldo.
Un'immagine lontana dall'idea di refrigerio ma in realtà molto piacevole.
Stordita dagli effluvi sono riemersa per godermi il sole feroce.
Amara sorpresa al mio ritorno.
Il mio amico mi ha spodestata tuffandosi nella mia lettura.
Avrei voluto riappropriarmi del mio scrigno di passione.
Ma il mio sguardo si è posato sul suo volto concentrato.
La fronte corrugata e gli occhi mobili.
Un labbro stretto con decisione tra i denti.
Sorrisi improvvisi e accennati.
Sono rimasta a guardarlo per un po', a vedere l'effetto del mio libro su di un altro.
L'ho sentito vicino.
Ancora una volta.
Vicini come lo eravamo da bambini.
Vicini perché condividevamo.
Quella condivisione che ho infruttuosamente cercato in questi anni.
Che poi ritrovo in un'ora afosa.
E dura il tempo di quell'ora.

lunedì 4 luglio 2011

Dente

Ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola, buon appetito amore mio!