mercoledì 29 giugno 2011

Lotta tra titani: la favola del pavone e della gallina.






Da gustarselo comodi con un aperitivo tra le mani.
Scattando in piedi soltanto per bloccare quel tizio in giacca e cravatta che vuole fermarli.
Non può.
Non deve.
Tutti hanno il diritto di esprimersi.
Anche i patetici.

venerdì 24 giugno 2011

Un curioso caso di point break

_G_

In _G_ , con _G_ , per_G_ .


Tu non ne sai nulla.
Io ne so troppo.
Purtroppo.
Mi hanno detto che dovrei ringraziarti.
Tu ti sei scusato.
Io ti ho perdonato.
Mi hanno detto che dovrei ringraziarti.
Hanno detto che stare male ora servirà.
Servirà a molte cose.
Servirà a non sviluppare una malattia senza motivo in futuro.
Hanno detto una cazzata.
In futuro anche io l'avrò una malattia.
Ce l'hanno tutti nel futuro.
Quindi sarò stata male due volte.
Ora e poi.
Che culo.
Eppoi qual è il motivo di una malattia?
Una causa, forse.
Ma anche la causa è senza motivo.
Però mi hanno detto che ti devo ringraziare.
Grazie più per tutto il male causato che fatto direttamente, hanno detto.
Hanno detto che hai aperto un varco.
Tra me e il mio dolore.
Quello a cui non davo voce.
Sei stato un ago.
Hai punto.
Viene tutto fuori.
Quello che pulsava sotto.
Anche quello che non sapevo ci pulsasse lì sotto, dio.
Fa male.
Hanno detto che lo sanno.
Hanno detto che capiscono.
Hanno detto che è colpa di questa nostra generazione.
Io ti ho pensato.
Alla tua frase : '' stare con te significa crescere''.
Mi inorgoglì, prima.
Mi mandò in bestia, dopo.
Portò sfiga, allo stato attuale.
E tu sei cresciuto?
Hanno detto che dovrò lavorare.
Hanno detto che dovrò impegnarmi.
E hanno detto tante altre stronzate eh!

mercoledì 15 giugno 2011

Quattro sì

Compiere trenta anni due mesi fa.
Compierli lontano da casa con pochi sms e poche telefonate d'auguri.
Mancanze che ti aprono gli occhi e alleggeriscono il paniere dei legami.
Legami logori da molto.
Farsi crescere i baffi almeno a trenta anni.
Per smettere di dimostrarne ventidue.
Finalmente.


Tornare a casa per votare.
Chiamarmi.
Sono una delle poche persone con cui continui a parlare da quando vivi su.
Parlare al di là dei convenevoli stancanti.
Questo lo penso io, tu il messaggio lo lanci nascosto tra mille parole.
Ci vediamo di notte.
Con un unico scopo.
Sì, con un unico scopo.

Fare l'amore.
Rettifico.
Fare sesso.
Rettifico.
Scopare.
E' andata.

Non è la prima volta.
Non so se sarà l'ultima.
Dipende dalle prossime elezioni.
Anche i nostri incontri sono legati all'andamento dell'attuale governo.
Una precarietà sessuale che si aggiunge a tutte le altre.
Il mondo giovanile è tremendamente difficile.
Senza appigli.
Neppure le imprevedibili gioie del sesso ad addolcire la pillola.
Incontri cadenzati dalla affluenza alle urne.
Un quorum sempre più difficile da raggiungere.
Orgasmi a seggi ancora aperti.
Risultati parziali.
Troppo parziali.

Rivestirsi.
Caffè notturno sul divano della tua casa bellissima.
La casa di mamma e papà.
Un'eredità bellissima in un posto da brivido.
Discorsi lunghi ma su un solo argomento.
Alternati a manifestazioni del tuo carattere acido.
Prima eri burbero e adorabile proprio per questo .
Ora invece tendi più all'acidità ma non ti correggo.
Non provo a rimetterti in riga.
Non ne vedo la ragione.
Diciassette anni li ho compiuti da un po'.
Mi basta una battuta per placare il tuo versamento di bile.

La luce del tinello ci illumina i volti.
E ti trovo molto bello.
Il fumo è ovunque.
Profumo forte che si posa sul tuo collo.
Siamo profondi senza diventare intimi.
Il sesso non è una giustificazione sufficiente per aprirsi all'altro.
Ma ci spingiamo sempre un po' più in là.
Forse è meglio fermarci.
Nomini Di Pietro, Antonio Di Pietro.
Ecco che dentro di me ti ringrazio per aver fornito lo spunto di chiusura.
L'IDV post coito è un horror che scelgo di non guardare.

Mi accompagni a casa.
In macchina.
Eppure abitiamo vicinissimi.
Nemmeno i cento passi di Peppino Impastato.
Dolce.
E ti stampo un bacio sulla guancia.

Arrivo al portone pensando soltanto una cosa.
La statistica afferma che spesso chi dà il primo bacio al termine del primo amplesso sarà quello che ne uscirà male. (cit.)
Non era un bacio 'vero'.
Non era il primo amplesso.
Per uscire devi prima entrare.
Sono salva.

lunedì 13 giugno 2011

Luoghi comuni bipartisan

Come mai continui a stare con un uomo che ti ha tradito?

Cornuta generica risponde : '' Perché l'ho perdonato''

In cosa consiste esattamente questo perdono? Fai finta che non sia mai successo?

C.G. : '' No, quello è impossibile. Lo ricorderai sempre. Però sai che ha capito che ha sbagliato e non lo rifarà''

E come fai ad essere sicura che ha capito di aver sbagliato? E ad essere sicura che non lo rifarà?

C.G. : '' Perchè queste cose una donna le sente!''

Ma una donna non dovrebbe sentire anche quando il proprio uomo la tradisce, non dovrebbe avvertirlo con il cosiddetto sesto senso femminile? tu invece non te ne sei accorta, hanno dovuto dirtelo, vero?

C.G. '' E questo cosa c'entra? Da allora ho imparato a riconoscere i segni, ho affinato il fiuto. Ora non mi sfugge nulla.''

Lo controlli?

C.G. : '' Un po' ''

Perchè non lo tradisci anche tu?

C.G. : '' Ma cosa dici? e chi lo sente poi? manderei all'aria il matrimonio, ho due bambini.. qui non si fanno i giochetti da ragazzini!''

E perché lui dovrebbe lasciarti? Tu il suo lo hai perdonato e non lo hai lasciato, nemmeno lui dovrebbe lasciarti.

C.G. : ''Ma mi prendi in giro? Non è un fatto di reciprocità!''

Sì invece. O lo lasciavi o lo tradisci anche tu. Non potrà mai rinfacciarti nulla. Lo ha fatto per primo e non è stato lasciato. Sarebbe illogico.

C.G. : '' Non si tradisce per ripicca!''

E chi lo dice? E poi non sarebbe per ripicca ma per riequilibrare. Riportare in asse la bilancia.

C.G. : '' Ma no, sarebbe deleterio e irreparabile. Proprio ora che le cose tra di noi stanno riprendendo a funzionare''

Beh lui lo ha fatto quando le cose tra di voi andavano a gonfie vele o sbaglio? Non eravate in crisi.

C.G. : '' No, anzi era un periodo di serenità. nessuna grande preoccupazione. Un po' di routine ecco tutto.''

Ecco potresti stravolgere un po' la vostra routine, movimentarla.

C.G. : '' Io sono una scema, non le so fare certe cose.''

Non sei una scema, e provaci prima di dire di non esserne capace.

C.G. : '' Eh parli facile tu, sposati e ne riparliamo. Esci da questa tua solitudine quotidiana e rifacciamo questa conversazione''

Io non sono sola, o forse sì ma lo sarei anche in coppia. Anzi sicuramente lo sarò anche in coppia come è già successo. Ma non è un male, dovresti smettere di vedere solo il lato negativo della parola solitudine. Anche tu sei sola. Sei una donna sola e tradita che non ha lasciato il marito traditore per paura di una solitudine che invece è già esistente. E questo è il lato negativo della parola e tu conosci solo questo.

C.G. : ''sei la solita stronza, grazie''

Non volevo, per una volta non volevo ma perchè devi dirmi sempre che non capisco le cose solo perchè abbiamo punti di vista distanti? Ci fai la figura di una a corto di argomenti.

C.G. : '' Devo stirare e preparare la cena''

Ecco, vedi io queste cose non le capisco perchè non sono sposata. Cosa vuol dire stirare? e fare la cena? è un modo come un altro per dire che mi devo levare dai coglioni?

C.G. : '' Quando vieni qui con l'intenzione di provocare sei da prendere a schiaffi!''

Ma non è vero. Io non volevo provocare. Volevo solo sapere, conoscere e proporre alternative non richieste.

C.G. :'' ecco, non richieste!''

Cheppalle!

C.G. : '' No che palle lo dico io. Sei una stronza, ti senti il Santi Licheri delle storie d'amore, sai sempre la cosa giusta da fare in teoria ma in pratica sei ferma in un angolo. Una studiosa dell'amore? è così che ti devo definire? ma per favore! L'amore è responsabilità, è dedizione, è sacrificio. E' impegno costante in virtù della felicità dell'altro. E' lavorare per raggiungere una felicità a due. E questa felicità è fatta di piccole cose, di piccoli passi o gesti in direzione dell'altro. E' camminare parallelamente tutta la vita stringendosi la mano.''

Disse lei ad alta voce chiudendo il suo harmony a pagina 104.

C.G. : '' Fuori!''

martedì 7 giugno 2011

Saturday Night Live [Forse!]

''Ragazza oggi lavorerai tanto!'' : vengo spesso accolta così a lavoro.
E' una delle frasi che odio di più!
E' come se al mattino non mi dicessero '' Buongiorno!'' ma ''Oggi avrai una giornata di merda!''.
Ma dio!
Tacete!
Non me lo dite!
Non lo voglio sapere!
Sono facile alla paura io, non voglio essere preparata.
Inizio male e finisco peggio quindi zitti tutti!

Anche perché queste previsioni si avverano sempre!
Un sabato sera da panico.
Clienti che continuano ad arrivare senza sosta, tavoli stracolmi, attese di un'ora e mezza per un panino, gente incazzata, bambini killer che scorazzano tra i tavoli e mirano ai tuoi stinchi, madri ridanciane che non si preoccupano di richiamarli all'ordine ma flirtano con i maschioni del tavolo di fianco, ragazzi con cattivo gusto in fatto di abiti che ti fanno battutine da piacioni alle quali tu non abbocchi, con la scusa che hai da fare ma in realtà è solo per quei loro abiti.

Preferiresti chiuderti in cucina, magari nel frigo per sfuggire all'afa.
Ma devi gettarti nella mischia, fare la tua parte e indicare, in media 20 volte a sera, dove sia il bagno.
Esci tra la calca inferocita dalla fame ed un ragazzo, carino, di circa 30 anni, con t-shirt viola scuro, ti chiama con toni seccati e ti fa avvicinare al suo tavolo.
Ti dice ''Ascolta, un'ora fa ho ordinato al tuo collega dei panini, sto aspettando e ancora non mi avete portato nulla. Gli altri tavoli li avete serviti tutti. Il mio no.''

Con gentilezza rispondi '' Mi dispiace per l'attesa, ora vado in cucina a controllare a che punto siano.''
Lui, in maniera scortese, '' No, no non hai capito proprio niente! Io non voglio che vai in cucina perchè tanto poi torni e dici che stanno per uscire. Voglio che mi porti il conto delle birre che ho bevuto. Adesso!''
In fondo ha ragione. E' quello che avrei fatto. Allora rispondi soltanto '' Ok , le porto il conto''.
E lui calmando i toni '' No, ma io non ce l'ho con te, lo so che tu non c'entri nulla però ve ne dovete andare tutti affanculo, tutti quanti affanculo!''
Io, con sorriso plastico, '' Va bene, grazie''
E lui per precisare '' Ma non solo tu che non c'entri nulla, tutti, tutti quanti i camerieri, tutto il locale: vaffanculo!''
Io, per accontentarlo, '' allora facciamo così lo inserisco nel bicchiere delle mance e a fine serata lo dividiamo tutti in parti eque!''
Lui, con un sorrisone, ''Ecco brava!''
Io rispondo con megasorrisone triplo con ghiaccio.

Basta poco per far felici gli altri.
Prendersi per il culo a vicenda richiede qualche sforzo in più.

lunedì 6 giugno 2011

Lontano lontano

Mi irrita vedere la nostra amicizia finire così.
Non lo merita.
Vorrei tanto che fosse finita con urla, strepiti e pianti.
Vorrei aver ricevuto una di quelle frasi che ti strizzano il cuore.
Vorrei averne detta una capace di farti piangere all'istante.

Invece muore lentamente.
Ogni giorno si aggiunge una piaga.
Un messaggio che leggo e al quale non rispondo.
Una serata organizzata senza prevedere la tua presenza.
Una telefonata per lasciarmi andare con qualcuno che non sei tu.

Tu che non te la prendi nemmeno.
Che non ti accorgi delle distanze, delle assenze.
Che forse le desideri.
Che desideri cose diverse da quelle che avevamo.
Io che non ho voglia di riconquistarti.
Ci ho provato e mi sono annoiata.

Anche la noia è una colpa?