martedì 12 luglio 2011

Domani torniamo?

''Su, andiamo a lavarci e scendiamo a giocare con i gattini!''
In bagno calci, pugni, schizzate d'acqua e spintonate.
La figura adulta in affitto si prodiga in vane esortazioni affinché cessino.
Hanno tredici anni in due, un po' di serietà!
Nulla da fare: scatta la punizione.
''Si rimane a casa, niente gattini!''
Disperazione sui volti.
Urla di disappunto.
'No' con un numero incredibile di vocali.
Il piccolo, un lustro appena compiuto, mi guarda furibondo.
La faccia bordeaux.
Gli occhi serrati in uno sguardo intimidatorio.
Il collo solcato dalle vene rigonfie.
Mi urla: '' Questa è casa mia, e qui tu non decidi nulla. Non puoi dire cosa dobbiamo fare e cosa no. Non puoi decidere qui. Questa è casa mia, è casa mia, capito?
Qui comando io, mia madre, mio padre e la mia famiglia!''
Nell'ultima frase ha preferito essere pleonastico piuttosto che riconoscere potere decisionale, anche limitato, alla sorella maggiore.
Per me ha tutte le ragioni del mondo.
Una sconosciuta che detta legge in casa mia, che mi dice cosa devo fare senza essere mia madre.
E' tremendo.
La sua è una reazione giusta e bisogna apprezzare chi è capace di ribellarsi.
E anche ricordarsi di ribellarsi più spesso.
Ma è comunque uno stronzetto di cinque anni che deve capire chi comanda quando i suoi non sono in casa.
Sono pagata per questo.
E a volte è anche piacevole.
Quindi zitto e obbedisci.
Fai quello che dico io perché io sono adulta e ho ragione.
Occhei sto esagerando.
Ma ci vuole il pugno di ferro.
Così si asciuga i lacrimoni e va a sedersi sul divano.
Trascorrono due ore nelle quali i fratelli si comportano benissimo, come i bimbi delle pubblicità.
Hanno imparato la lezione, mi piace pensarla così.
Fessa e contenta.
Allora li premio.
Andiamo in giardino dai gattini.
Li accarezziamo, li rincorriamo, li coccoliamo ma soprattutto insegnamo al bimbo a non averne paura.
Perché nonostante avesse insistito come un dannato per giocarci, trovandosi lì di fronte si faceva sotto.
Lui prende fiducia e inzia a rilassarsi, ne prende persino uno in braccio.
Ma il gatto tra le sue braccia decide di fare la pipì così il bimbo decide di gettare il gatto per aria.
Decisioni importanti da parte di entrambi.
Sviluppi disastrosi.
Anzi dolorosi.
L'unico appiglio per il gatto che nuota nell'aria è il mio braccio al quale si avvinghia con tutta la forza che ha.
E lo scava per bene, senza lasciare nulla al caso.
Graffindomi quasi a morte.
Per un'emofobica come me l'episodio è stato l'anticamera dell'inferno.
La sorella maggiore rideva a crepapelle, il maschietto piangeva per una goccia di pipì finita sulla sua maglia.
Io trattenevo tra i denti le bestemmie di tutti i santi del mese di luglio scaraventando per aria il gattino.

Domani 19 ore di cartoni animati.

7 commenti:

  1. Chi ti legge ha con i bambini una credibilità della minaccia che è quasi pari allo zero. Una volta dissi a dei bambini che si stavano picchiando di piantarla, altrimenti gliel'avrei fatta vedere io! Mi risposero "ma accirt" (ma ucciditi) e ripresero a picchiarsi meglio di prima.

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  2. Ti capisco (anche se solo in parte).
    Dovrebbero esserci delle associazioni che proteggono i genitori dai bambini...

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  3. @zoe
    Il 'ma accirt', che ho compreso benissimo, è meraviglioso.
    Chiude ogni eventuale controrisposta.
    E che gli vuoi dì?!
    Tanto vale iniziare a pensare ad un piano per accontentarli.

    @scacciavite
    Ci sono. Si chiamano 'scuole' e in molti li parcheggiano lì, dimenticandoseli. :-D
    ( Mi capisco anche io sempre e solo in parte)

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  4. cmq secondo me non te la cavi con 19 ore di cartoni animati. Quelli li fanno guardare a te....

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  5. sedativi per i bambini, pedicure e pannolini per i mici

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  6. Infatti sono già un'esperta dei gormiti.

    @utopia
    Oppure sedativi e pannolini per me.

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  7. la visione dei cartoni animati ti fa questo brutto effetto? :))

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