lunedì 12 settembre 2011

Bacchettona senza bacchetta né frustino

Una ragazza è morta.
La sua amica è in ospedale in gravi condizioni.
Il terzo è in carcere, si difende e si dice disperato.
Tutto questo per un gioco erotico ' finito male' dicono.

Forse ad essere sbagliata non è la fine ma l'inizio stesso.

Molti sono gli uomini morti delle proprie depravazioni.
Molti ne moriranno ancora.
Morire schiavi dei vizi.
Morire per gioco.
Morire nel gioco.

Tristezza.
Ha un sapore di disperazione per me.
Li vedo così.
Dei disperati.

6 commenti:

  1. ahahahahah...
    rido ai due precedenti post
    e

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  2. sono, purtroppo d'accordissimo sulla disperazione che muove un po tutta la decadente macchina borghese occidentale, per altro per niente "chic" ed agli antipodi del romantico...

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  3. Il sesso non sempre è romantico.
    A volte vorrei che lo fosse, a volte mi va bene così.
    Il punto è che questo secondo me non è sesso.
    E' un misto di solitudine e insoddisfazione perenne.
    Mi spaventa un po'.
    Come tante altre cose.

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  4. E' stato certamente un gioco erotico finito male, non e' necessario che lo dicano.
    Altrimenti si dovrebbe credere ad una premeditazione e sarebbe il delitto del secolo, che nessuna fantasia di autore potrebbe mai aver concepito.

    E certamente il sopravissuto( che non ha mai rischiato la pelle) e' disperato.
    Infatti nessuno di loro avrebbe mai voluto che finisse in quel modo.

    Ma in realta' dobbiamo riconoscere che in quel insondabile motivazione, in quella zona d'ombra che tanto ci colpisce, ci siamo noi.

    Noi tutti, di ogni tempo ed ogni eta'. Tutto quello che non sappiamo comprendere di questo insano gesto e delle sue tremende conseguenze e' proprio quello che non sappiamo comprendere di noi, dei nostri atti, dei nostri pensieri, di ogni nostra debolezza e solitudine.

    Chiunque poteva essere lì, a fare quella cosa. Anche se non lo ha mai fatto ne lo fara' mai.
     

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  5. Agomast sono ancora più spaventata ora, dopo averti letto.
    E ancora più triste.
    Perché è come dici tu in fondo.
    La disperazione assume forme diverse, a volte imbarazzanti, ma rimane una costante.

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  6. Chiara
    non avevo nessuna intenzione ne di spaventarti ne di intristirti, con il mio commento.
    Ho il doppio dei tuoi anni e fortuna vuole che di cose ne ho vissute e viste anche troppe. Per cui succede che si crede che un pluriomicida sia uno che ha due nasi e tre gambe. Che la signora del lavasecco non abbia mai nemmno fatto un grido facendo quella cosa con suo marito.
    Che ci debba essere per forza un segno distintivo in chi fa cose diverse da noi, in chi perde se stesso in una vicenda come quella da te ricordata.

    Invece non e' così.
    La mamma che uccide il proprio figlio ha due occhi bellissimi ed un sorriso proprio come il tuo. Quello che ha perseguitato la sua compagna fino ad ucciderla era un uomo amato da tutti.
    Que ragazzino che ha violentato la compagna di scuola non era per niente il soggetto asociale della classe.

    Purtroppo e' successo un grave incidente, qualcuno si e' fatto molto male ed allora scatta il giudizio di tutti.
    Accusare qualcuno serve a noi tutti per crederci diversi.

    Ma non ci sono marziani tra noi.
    E cercare di essere migliori di noi stessi e' tutto quanto quello che dovremmo saper fare davvero.

    Ah, e la Minetti l'ho vista alcuni mesi fa a Roma. Ha la bocca che pare una papera e la sua camminata non fa che rafforzare la prima impressione.Sono certo che ci sono uomini che la trovano bella ed interessante.

    Be happy!
     

     

     

     

     

     

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