domenica 19 febbraio 2012

La tv del dolore

Piace a molti parlare male della televisione, ed alcuni ci credono veramente.
Si fa presto a riconoscerle difetti, molto difficile è, al giorno d'oggi, trovarle dei pregi.

Uno lo ha: zittisce i rancori e manda avanti le famiglie.
Un tempo si diceva si facevano tanti figli perché non c'era la tv.
Ora, questo è lo strumento usato per crescerli.

Non perché li si lascia lì davanti per ore a vedere i cartoni, e le repliche dei cartoni (+1), e le repliche delle repliche dei cartoni (+2).
No, non per quello.
Ma perché la televisione è in alcune famiglie l'unico legante, quello che spegne le liti, addormenta l'astio, culla la rabbia.

Quando è spenta si urla, si litiga, ci si arrabbia, ci si scopre peggiori di quello che pensiamo d'essere.
Quando è accesa si spengono le voci, rimane il suo vociare chiassoso.

Le cedi la parola ma non i pensieri.

Quelli rimangono in te, li ingoi in un gomitolo di spilli che spesso rimane a metà.
Li ingoi tra le lacrime che non scendono, che rimangono dentro a farti pungere il naso.

Le cose non dette non esistono.
Ti rimane l'illusione che tutto vada bene perché di male nulla hai detto.

E' quello il regalo della televisione.

Accetto senza ringraziare.

2 commenti:

  1. Ieri volevo commentare, ma questo post ha lo strano potere di azzerare le parole...
    Mi è rimasto solo un ricordo, di una persona che diceva che nei rapporti tutto si può recuperare, fuorché le cose non dette.

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  2. Se ha questo potere, forse, lo dobbiamo all'effetto tv.
    Chissà.
    Condivido il pensiero di quella persona, con il cuore più che con la mente.

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